I FONDI EUROPEI 2021-2027

Cosa accadrà al termine della programmazione dei fondi europei 2014-2020? Proviamo a riassumere lo stato dell’arte.

La Commissione UE ha presentato nel 2018 la sua proposta per la Politica di Coesione 2021-2027, con un budget da 330,6 miliardi di euro, circa il 10% in meno dei fondi stanziati per il settennato 2014-2021. Attualmente è in corso il negoziato con gli Stati

Nella proposta gli obiettivi tematici dagli attuali 11 vengono ridotti a cinque:

  • Smarter Europe, per un’Europa più intelligente, che riunisce i temi dell’innovazione, della digitalizzazione, della trasformazione economica e del sostegno alle PMI;
  • Greener, carbon free Europe, per un’Europa più verde e meno dipendente dalle fonti fossili, collegato all’attuazione dell’Accordo di Parigi e agli investimenti per la transizione energetica e il contrasto ai cambiamenti climatici;
  • More Connected Europe, per un’Europa più connessa, relativo agli investimenti nelle reti strategiche digitali e nei trasporti;
  • More Social Europe, per un’Europa più sociale, che sostiene l’attuazione del Pilastro europeo dei diritti sociali e gli investimenti per la formazione, l’occupazione, l’accesso alla sanità, ecc; 
  • Europe closer to citizens, per un’Europa più vicina ai cittadini, a supporto delle strategie sviluppate a livello locale e dell’agenda urbana.

La maggior parte delle risorse del Fondo europeo di sviluppo regionale (FESR) e del Fondo di Coesione (FC) si concentreranno sui primi due obiettivi, cui gli Stati membri dovranno destinare tra il 65 e l’85% delle risorse dei due fondi, a seconda delle condizioni di partenza.

Oltre alla concentrazione tematica viene auspicata una maggiore semplificazione delle regole, sia a livello nazionale – per la definizione dell’Accordo di partenariato – che a livello regionale per la programmazione operativa, con procedure più snelle per la rendicontazione dei costi e per i controlli.

Viene, inoltre, rafforzato il programma InvestEU, che prevede, tra le altre cose, la possibilità per gli Stati membri di destinare fino al 5% dei fondi SIE per l’attivazione di strumenti finanziari con la garanzia del fondo. Grazie ad un’apposita sezione volta a sostenere le PMI, InvestEU riuscirà ad andare incontro anche alle esigenze delle imprese più piccole, che nell’ambito del Piano Juncker sono rimaste ai margini, ha proseguito Alberto Marchiori, incaricato per le Politiche UE di Confcommercio

Nella sua proposta la Commissione europea pone inoltre l’accento sulle città, il cui sviluppo è strategico a livello nazionale ed europeo, propone di destinare il 6% delle risorse FESR agli investimenti per lo sviluppo urbano sostenibile e di introdurre uno strumento ad hoc, la European Urban Initiative, per la cooperazione tra le città negli ambiti tematici dell’Agenda urbana dell’UE (immigrazione, qualità dell’aria, povertà, transizione energetica, ecc).

Lo scorso marzo è stato presentato dalla Commissione UE il Country Report dell’Italia 

una guida agli investimenti nell’ambito della Politica di Coesione 2021-2027, individuando, per ciascuno degli obiettivi tematici, le priorità di spesa. Tra queste,

Nel documento dell’aprile 2019 preparatorio al negoziato, l’Italia ha proposto quale guida al percorso di programmazione quattro temi unificanti:

  • lavoro di qualità
  • territorio e risorse naturali per le generazioni future
  • omogeneità e qualità dei servizi per i cittadini
  • cultura veicolo di coesione economica e sociale

La cultura sarà sempre più tema trasversale a tutte le politiche, è stata finalmente riconosciuta “ufficialmente” come  il “più grande asset nazionale che unifica le potenzialità di territori pur molto diversi se misurati su altre dimensioni”.

Per approfondimenti, clicca qui 

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